Cortona fuori dalle mura
Questo percorso turistico della nostra guida di Cortona ci porterà a scoprire i dintorni di Cortona, attraverso una visita guidata ai principali punti di interesse storico-artistici, tra antiche tombe etrusche, ville romane, castelli medievali e abbazie benedettine. Date le distanze, si tratta di un percorso percorribile esclusivamente in auto.
- L’itinerario nei dintorni di Cortona prende avvio dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio (XV sec), a croce latina, in stile rinascimentale con un’elegante cupola. Fu edificata dalla Corporazione dei calzolai, che aveva qui le vasche di calce per la concia delle pelli. Sulle pareti un’immagine miracolosa della Madonna che adesso si trova nell’altare maggiore. Opera del Marcillat sono il rosone della facciata con la Madonna della Misericordia e le due vetrate del transetto con San Paolo e San Sebastiano. Questo monumento è considerato uno dei massimi capolavori architettonici del Rinascimento.
- La stradina sterrata in uscita dalla chiesa, ci porterà su via Scotoni. Giriamo a destra, risalendo verso Cortona e, arrivati al grande incrocio formato da cinque strade, svoltiamo a sinistra procedendo in direzione Arezzo. A circa cento metri dall’incrocio ci fermiamo per visitare la Tanella di Pitagora (II sec. a.C.). È una costruzione a forma cilindrica del diametro di circa 7 m, costituita da un basamento circolare su cui si imposta un altro tamburo con blocchi giustapposti. L’interno ha un breve dromos e un piccolo ambiente rettangolare coperto da una volta a botte. Giudicata dal Vasari la tomba di Archimede, fu da altri ritenuta la tomba di Ulisse o di Pitagora, dato lo stile greco-ellenistico della sua architettura. Il monumento fu deteriorato nel corso dei secoli e appartiene oggi all’Accademia Etrusca.
- Continuiamo a scendere per la strada che ci conduce in località Sodo, dove possiamo ammirare due splendide tombe a tumulo etrusche. Il Tumulo I del Sodo (chiamato “Melone” per la forma sferica) fu esplorato per la prima volta nel 1909. Si tratta di un ampio tumulo artificiale, del diametro di oltre 50 metri e dell’altezza di circa 10 metri. L’accesso all’interno della tomba è dato da un dromos scoperto, le cui pareti sono formate per una lunghezza di 3,50 m da blocchi di travertino e pietra arenaria. La planimetria interna vede cinque ambienti a camera, quattro disposti ai lati del corridoio centrale e una in fondo. Nonostante i saccheggi, la tomba ha restituito importanti oggetti di ceramica attica a figure nere e fibula in oro in forma di felino di raffinata fattura. Il Melone I è aperto mercoledì, sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30.
- Di fronte al Primo Melone troviamo il Tumulo II del Sodo (o Secondo Melone). Negli anni 1928-29 fu portata alla luce una tomba degli inizi del VI secolo a.C, che si articola in un dromos da cui si accede a sei celle rettangolari laterali e a quella principale. Sul lato opposto alla tomba è stato messo in luce un monumentale altare a terrazza, la cui gradinata è costruita da blocchi scolpiti con raffigurazioni di lotta fra un guerriero e una fiera. La scalinata possedeva forse una seconda rampa che permetteva di accedere alla sommità del tumulo dove era collocato un tempietto. Una seconda tomba riferibile al V secolo a.C. è formata da un dromos e due celle. Il corredo funerario più antico annovera oltre 150 pezzi prestigiosi di oreficeria finemente lavorati, ornamenti e vesti. Il Melone II è aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 13.30.
- Dal Sodo prendiamo la strada che riporta a Camucia e seguiamo le indicazioni per Monsigliolo, superato il quale arriviamo a Farneta (che dista circa 14 km da Cortona). Imperdibile è la visita all’Abbazia di Farneta (VIII sec), costruita dai monaci benedettini e dedicata alla Madonna dell’Assunta. L’abbazia raggiunse il suo massimo splendore tra il IX e il XIV secolo e rimase di proprietà dei benedettini fino al 1700. La chiesa è a una sola navata con transetto sporgente in cui si aprono cinque absidi. Di notevole interesse è la splendida cripta sostenuta da colonne romane variamente scolpite e decorate e una colonna di origine egiziana.
Riprendiamo la strada che porta a Camucia e procediamo in direzione Terontola, fermandoci in località Ossaia, dove è stato rinvenuto uno splendido esempio di Villa Romana, una costruzione patrizia risalente all’epoca augustea, quindi alla fine del I secolo a.C. Questa villa di età tardo repubblicana- imperiale è stata interessata da diverse fasi abitative databili tra il 50 a.C. e la metà del I sec. d.C. e il V sec. d.C. Ha un’area complessiva di ca. 1000 mq suddivisa in tre aree separate da un terrazzo intermedio. Durante le opere di scavo è avvenuto il ritrovamento di un mosaico della grandezza di 50 metri quadrati, in bianco e nero con figure geometriche. Al Museo MAEC di Cortona sono esposti altri mosaici, iscrizioni funerarie, anfore, lucerne, chiavi, monete e gioielli ritrovati nella villa. - Da Ossaia prendiamo la strada in direzione Pergo fino ad arrivare a Metelliano, dove la nostra visita guidata ci porta ad ammirare la Chiesa di San Michele Arcangelo (VII sec). Costruita dai Longobardi, venne rifatta intorno all’anno mille in stile preromanico-bizantino, lasciando intatte le due bellissime absidi laterali originali. La chiesa presenta tre navate separate da colonne ottagonali e pilastri che rendono ariosa la costruzione, anticipando lo stile gotico, e tre absidi decorate all’esterno con archetti ciechi. La Chiesa di San Michele Arcangelo fu proclamata monumento nazionale nel 1907.
- Da qui riprendiamo la strada in direzione Mercatale, fino ad arrivare alla Rocca di Pierle (XI sec), dove si conclude la nostra visita guidata. Questa maestosa roccaforte, alta circa 28 metri, ha una pianta quadrata irregolare ed è circondata da un muro di cinta lungo circa 220 metri. Anticamente aveva due torri, ma ad oggi è rimasta solo quella del lato nord. Rimangono ben evidenti ancora due delle quattro torri delle mura, le guardiole, il camminamento, la scanalatura del ponte levatoio, i condotti per acqua piovana, le feritoie. Il palazzo aveva in origine sette piani e sotterranei con alte volte e vi era persino un pozzo con aculei di ferro, dove si facevano cadere i malcapitati. Nella sua storia si ricorda la strage di 60 congiurati del 1387 avvenuta per mano di Uguccio Casali. Il Castello di Pierle di proprietà di Ladislao Re di Napoli fu acquistato dalla Repubblica Fiorentina e nel 1576 i Medici lo fecero sfondare all’interno per impedire che “vi si annidassero i malfattori” sia della Toscana che dello Stato pontificio.