21 dicembre 2024
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Giostra dell’Archidado

La giostra dell’Archidado affonda le proprie origini nel Medioevo e venne istituita ufficialmente nel 1397 per festeggiare il matrimonio tra Francesco Casali, signore di Cortona, e Antonia Salimbeni, nobildonna senese. Ogni anno nella città di Cortona si rievoca questo storico evento nella prima domenica di giugno, rivivendo gli antichi fasti medievali. Strade addobbate a festa, costumi di pregiata fattura, dame, cavalieri, sbandieratori, balestrieri, armati, paggi ed autorità civili e religiose del tempo vanno ad animare un centro cittadino già ricco di storia e bellezze artistiche di ogni tempo. Il consiglio dei Terzieri felicissimo di riproporre questo clima di festa auspica che la disfida per la conquista dell’ambita “Verretta d’Oro” da parte dei Quintieri cittadini diventi il motore trainante per coinvolgere l’intera città in un appassionante susseguirsi di emozioni, per poi lasciarsi andare a simpatici e genuini momenti di gioia e follia dal profumo antico.

Gli eventi legati all’Archidado sono sempre accompagnati il venerdì e sabato prima della festa di Santa Margherita nel mese di maggio (che varia in base al calendario religioso) dalla Colata dei Ceri e dall’Offerta dei ceri alla Santa, pratiche che risalgono al 1325. A quell’epoca le feste di S. Marco e S. Margherita, patroni di Cortona, erano particolarmente solennizzate e le offerte obbligatorie di cera erano sorvegliate da tre uomini scelti dal vicario. La cera raccolta veniva in parte consumata e in parte venduta a vantaggio delle due chiese.
Moltissimi devoti accorrevano a Cortona per festeggiare i due santi, gli uomini venivano ospitati dai cittadini e le donne nelle chiese. Alle cerimonie religiose si accompagnavano sempre anche giostre e spettacoli con armi e bandiere, che vengono tuttora riproposti.

Per quanto riguarda la storia dei Casali, come ci racconta il nostro illustre concittadino Girolamo Mancini, autore dell’opera Cortona nel medioevo, la giovane Antonia Salimbeni arrivò a Cortona l’8 Gennaio 1397. Alle nozze intervennero nobili di Firenze, di Castello, del Trasimeno e di Rimini, ciascuno seguito da cavalli, trombettieri, pifferi, suonatori di vari strumenti e schermitori. Tutte le famiglie del comune, anche le più modeste, offrirono dolci, pollami, uccelli e biada per cavalli. Fra i doni si contarono gioielli e tessuti, oro e cavalli. Per addobbare Palazzo Casali i cittadini prestarono letti, tavole, biancherie e posate. Nei giorni dei festeggiamenti si successero balli e giostre d’armi e di bandiere, rievocati magistralmente dall’odierna Giostra dell’Archidado.

Il regolamento della giostra

La Provaccia

La mattina della domenica dalle ore 11.00 alle ore 12.00 si svolge nel campo di tiro la ”Provaccia”. L’ordine di prova è lo stesso dell’ordine di gara ufficializzato la sera del sabato con la “Tratta delle Verrette”. Ogni Quintiere ha a disposizione 12 minuti per compiere tutte le operazioni di prova e taratura delle verrette. Il Maestro di Campo e i Magistrati segnalano l’inizio della prova e ne stabiliscono la conclusione. Entro il 12° minuto il Quintiere in pedana deve lasciare libero il banco di tiro e smontare il bersaglio dal tondo in legno. I dadi di prova hanno le stesse misure di quelli di gara ma è facoltà di ogni Quintiere scegliere il proprio bersaglio. Al termine della Provaccia si procede alla punzonatura e consegna delle verrette, nonché alla misurazione delle balestre, con apposizione di un cinghietto in cuoio sulla staffa di appoggio frontale della balestra per il riconoscimento durante la Giostra.

La Giostra

La gara si disputa da una distanza di 20 m con unica linea di tiro. Il bersaglio è costituito da un dado di 15 cm di lato posto al centro di un tondo in legno; sul dado sono delineati in forma concentrica 4 settori con punteggio positivo da 1 a 4 e uno ”spillo” centrale di 2,5 mm di diametro che assegna punti 5. Circoscritti al dado sono disposti 6 settori con simbolo, colore e punteggio negativo diverso:

  1. Il Gobbo (nero) punti -1
  2. La Maliarda (giallo) punti -2
  3. La Tartaruga (rosso) punti -1
  4. La Civetta (blu) punti -2
  5. Il Pozzo (verde) punti -1
  6. La Prigione (bianco) eliminazione dal successivo turno di tiro (lo stesso vale per il dardo che non colpisce alcun settore).

Per ogni Quintiere giostreranno due Balestrieri che effettueranno due tiri ciascuno;
ognuno di essi avrà il costume ed il piumaggio delle verrette colorati come di seguito:

  1. Quintiere S. MARIA rosso – blu
  2. Quintiere S. VINCENZO giallo – blu
  3. Quintiere PECCIOVERARDI bianco – giallo
  4. Quintiere S. ANDREA verde – giallo
  5. Quintiere POGGIO – S. MARCO rosso – verde

Il balestriere giostrante non dovrà mai toccare la verretta e non potrà eseguire alcuna operazione senza prima aver ricevuto l’assenso del ”Maestro di Campo”. Il tiro dovrà essere effettuato in 2 minuti, misurati con clessidra; il tempo partirà al momento in cui uno dei due rappresentanti impegnerà gli scalini della pedana di tiro. Il balestriere effettuerà il caricamento, il puntamento ed il tiro. Se il dado non è in posizione corretta, rispetto all’originale, il Maestro d’Armi del Quintiere chiamato al tiro richiederà la rettifica del dado al Maestro di Campo; dopo la rettifica potranno essere riprese le operazioni di tiro. Se ritarderà il tiro, il punteggio ottenuto sarà ritenuto nullo, la verretta sarà immediatamente tolta dal bersaglio, con chiusura dell’impronta lasciata.

Per conseguire un punteggio le verrette dovranno colpire un qualsiasi settore. Se la loro punta tocca, anche in misura minima, due settori, verrà assegnato il punteggio più favorevole; le verrette che cadranno perché colpite dagli avversari o per rottura del fusto in legno perderanno il punteggio realizzato, qualora non rimanga nessun pezzo conficcato sul bersaglio che sia riconducibile al Quintiere giostrante. Nessuno, comunque potrà toccare le verrette prima che il Maestro di Campo ne abbia dato disposizione.

Quando tutti e cinque i Quintieri avranno scoccato una verretta ciascuno, due magistrati, il cui giudizio sarà insindacabile, procederanno al conteggio dei punti realizzati senza rimuovere le verrette dal bersaglio. I punteggi saranno annotati su uno specifico registro e successivamente comunicati al Maestro di Campo che li farà annunciare dall’Alfiere. Al termine della gara in caso di parità nel punteggio totalizzato, si procederà ai tiri di spareggio (ad oltranza), con il medesimo ordine di tiro e criterio nell’assegnazione dei punteggi.

Le balestre che durante la Giostra subissero danneggiamenti tali da non consentirne più il loro uso, saranno sostituite e scelte dal Maestro di Campo tra quelle degli altri Quintieri, i quali non potranno rifiutare il ”prestito”.

Ogni Quintiere potrà inoltrare reclami, conferire con i Magistrati, il Maestro di Campo o il Console Generale per qualsiasi argomento che riguardi lo svolgimento della Giostra, soltanto tramite il proprio Console. Il Maestro di Campo provvederà all’immediata squalifica dei giostratori o dell’intero Corteo di Quintiere, fino all’allontanamento dei medesimi dal Campo di Tiro, nel caso si verifichino scorrettezze o non venga osservato scrupolosamente il presente regolamento.

Il calendario

La giostra dell’Archidado si svolge ogni anno la prima domenica di giugno. Per maggiori informazioni sul calendario delle manifestazioni correlate alla giostra, visitate il sito www.giostraarchidado.com o consultate il nostro calendario eventi.

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