Chiese e Conventi
Basta osservare i numerosi campanili che punteggiano la città di Cortona e i gioielli architettonici sparsi qua e là per cogliere immediatamente la profonda spiritualità di questo territorio da cui arrivano numerosi Santi e Beati e di cui restano ancora splendide testimonianze.
Chiese e conventi urbani
Alla fine del 1800 a Cortona si contavano oltre 800 tra sacerdoti, frati e monache: questo dà la misura di quanti conventi e chiese fossero attivi in città! Ancora oggi sono molte le chiese aperte e visitabili e ce n’è davvero per tutti i gusti: romanico e gotico; monasteri di clausura, collegiate e santuari; conventi medievali e oratori per un viaggio alla scoperta della spiritualità cortonese.
- Cattedrale di Santa Maria Assunta
La grandiosa cattedrale di Cortona ha subito molte variazioni nel corso dei secoli: impostata direttamente sui resti dell’antica pieve di Santa Maria, successivamente riadattata forse da Nicola o Giovanni Pisano, fu prima chiesa madre del Terziere di Santa Maria e poi, interamente ristrutturata nel 1507, divenne la nuova Cattedrale di Cortona dedicata a Santa Maria Assunta.
L’interno, anch’esso più volte rimaneggiato, è a tre navate con affreschi al soffitto della seconda metà dell’800. Tra le quadrerie sia degli altari laterali che del coro, si segnalano: la Natività di Pietro da Cortona e bottega (1650 circa); la Madonna con i Santi Filippo Neri e Margherita e i Beati Guido e Ugolino di Lorenzo Berrettini (Cortona, 1620-1672) sotto il cui altare si conserva l’ossario del Beato Guido Vagnottelli, francescano; nel coro la Madonna della Cintola attribuita a Cristoforo Allori; due opere di scuola del Signorelli, San Tommaso tocca il costato di Gesù e il Crocifisso; la Discesa dello Spirito Santo di Tommaso Bernabei detto il Papacello, la Consacrazione della Basilica del Salvatore di Andrea Commodi (1603) e la Madonna del Rosario e Santi del Cigoli (1597).
- Chiesa di San Francesco
Edificata tra il 1245 e il 1247 su progetto di Frate Elia, fu dapprima un convento per i frati minori dentro le mura della città (che si andò ad aggiungere al già esistente convento delle Celle); gli si affiancò poi una chiesa che risultò la più grande e la più bella della città, splendido ed unico esempio di gotico a Cortona con una sola navata, tetto a capriate e tre cappelle absidali con volta a crociera. La chiesa nel corso dei secoli ha subito molte importanti modifiche che tuttavia non ne hanno alterato l’originale struttura; nella prima metà del Seicento per far posto ai nuovi altari in pietra serena furono scialbati gli affreschi trecenteschi, di cui restano visibili pochi frustuli, in parte staccati. Tra le pale d’altare ricordiamo l’Immacolata Concezione con San Cristoforo e Santa Caterina di Andrea Commodi (1609); Sant’Antonio e il miracolo della mula di Ludovico Cardi detto il Cigoli (1597); la Natività di Raffaello Vanni; l’Annunciazione di Pietro Berrettini (1669).
Preziosissime le reliquie francescane che si conservano in questa chiesa: il Reliquiario della Croce Santa riportato da Frate Elia dalla Terrasanta, il cuscino funebre di S. Francesco e il saio che il Santo indossava al momento della morte, anch’essi lasciati alla chiesa cortonese da Frate Elia.
All’edificio di S. Francesco era annesso un vasto convento, in parte ancora esistente anche se non più attivo.
- Chiesa di San Domenico
Costruito a partire dal 1230, dopo numerosi rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli il complesso chiesa e convento si strutturò definitivamente nel corso del ‘400. La chiesa ha facciata semplice ed armoniosa, dove spicca la lunetta affrescata dal Beato Angelico con la Madonna col Bambino tra i Santi Domenico e Pietro martire e i quattro Evangelisti del 1433-34. L’interno, a navata unica, nonostante le manomissioni posteriori e l’aggiunta degli altari laterali del ‘600, conserva la primitiva bellezza data dagli archi delle cappelle absidali, dal forte rialzo del presbiterio e dallo splendido soffitto a capriate. Sull’altare maggiore è il grandioso polittico di Lorenzo di Niccolò, donato ai domenicani nel 1440 da Cosimo e Lorenzo dei Medici. Sotto l’altare maggiore è conservato il corpo del Beato Pietro Capucci.
Tra le opere qui rimaste segnaliamo la Madonna con San Domenico, Sant’Agostino, due angeli e Mons. Giovanni Sernini (Vescovo di Cortona e committente dell’opera) di Luca Signorelli nella cappella absidale di sinistra; La disputa di S. Caterina d’Alessandria (1603) di Andrea Commodi; la Circoncisione di Gesù (1598) di Domenico Crespi detto il Passignano (1560-1636); la Madonna Assunta con San Giacinto e Santi domenicani di Giacomo Palma il Giovane (Venezia 1544-1628).
Sono state recuperate anche piccole porzioni degli affreschi cinquecenteschi, tra cui emergono le figure di un S. Rocco attribuito a Bartolomeo della Gatta e di un S. Agostino del Marcillat. Il convento venne in gran parte abbattuto alla metà del 1800.
- Chiesa e convento di Sant’Agostino
Realizzata nel 1273, la chiesa gotica originale era più piccola dell’edificio attuale. La parte preesistente e gli ampliamenti successivi di questo complesso si distinguono bene nella facciata. Presso la porta attuale, sono visibili le tracce del portale gotico, tamponate e sostituite da nuove aperture. L’interno della chiesa, ormai da anni non più adibito al culto, si presenta con l’originaria struttura ad aula cui furono poi aggiunti altari barocchi, quattro per lato, e tre cappelle absidali. Da quella di sinistra proviene la tela del Berrettini con la Madonna in trono e i Santi Giacomo Maggiore, Giovanni Battista, Stefano e Francesco, oggi conservata presso il MAEC. In Sant’Agostino si conservava e venerava anche il corpo del Beato Ugolino Zefferini, agostiniano cortonese, le cui spoglie sono state trasferite nella chiesa di San Filippo Neri. A fianco della chiesa sono i locali dell’antico convento degli Agostiniani, anch’esso come la chiesa ora adibito a centro convegni: è visitabile il chiostro interno.
- Chiesa di San Benedetto
La chiesetta di San Benedetto è un piccolo gioiellino del cuore di questo rione.
L’edificio, a pianta ellittica, venne edificato dagli Scolopi nel 1722, dopo l’abbattimento dell’antica chiesa – di forma rettangolare, come mostra la pianta del Berrettini del 1634 –; quella attuale si ricostruì in posizione scenografica e in grande armonia con il tessuto urbano circostante, come ben testimonia la soluzione per la scalinata ideata dal grande architetto Tuscher (1705-1751).
- Chiesa di San Filippo Neri
Ultima chiesa ad essere costruita a Cortona, realizzata dopo vicende alterne dal cortonese Don Antonio Jannelli che ne rifece il disegno e la portò a compimento nel 1720. L’interno della chiesa, a croce latina, ha un notevole slancio verticale, con un’armonia di insieme data dal colore tenue delle pareti e dagli stucchi abbondanti ma sobri ed eleganti.
Sull’altare maggiore è la Presentazione al Tempio di Camillo Sacrestani e sull’altare di sinistra è la famosa Madonna col Bambino e i Santi Andrea, Giovanni e Giuseppe di Giovanni Battista Piazzetta (1683-1754). In questa chiesa si venera anche il corpo del Beato Ugolino Zefferini, culto trasferitovi dalla chiesa di S. Agostino. L’imponente organo nella controfacciata, recentemente restaurato e riportato agli originari splendori, è del fiorentino Antonio Felice Parlicini (1668-1741?).
- Chiesa dello Spirito Santo
Usciti dalla Porta San Vincenzo a sinistra, in fondo alla discesa, si affaccia la chiesa dello Spirito Santo o della Visitazione di Maria Santissima.
Edificata nel Seicento su disegno di Filippo Berrettini sopra una edicola assai venerata per le molte guarigioni che le si attribuivano, la chiesa si presenta con uno stile più rinascimentale che barocco.
L’interno, a croce latina, conserva una bella tela di Giuseppe Angeli, discepolo affermato del Piazzetta, con la Madonna in trono e i Santi Felice da Cantalice e Margherita da Cortona. La chiesa normalmente è chiusa.
- Chiesa di San Niccolò
Probabilmente sorta su una chiesa preesistente, nel 1440 essa venne scelta come sede per l’oratorio della Compagnia Laicale di S. Niccolò, attiva fino al 1782 e poi soppressa dal Vescovo Alessandri d’intesa con Pietro Leopoldo; solo nel 1952 la Compagnia è tornata a vivere ed oggi opera attivamente nella manutenzione della chiesa e nella sua fruizione pubblica. Al Quattrocento risale l’impianto complessivo della chiesa con il portico in facciata le cui colonne corinzie sono originali, il portico sul lato sinistro e l’elegante campanile a vela con tre campane. L’interno, a navata unica, ha mantenuto anch’esso in generale l’aspetto originario pur subendo numerosi rimaneggiamenti tra il Seicento e il Settecento. La chiesa conserva il famoso stendardo da processione di Luca Signorelli, dipinto su entrambe le facce: la Deposizione di Gesù dalla Croce sulla faccia anteriore e la Madonna col Bambino e Santi in quella posteriore. Sempre attribuibile al Signorelli o alla sua scuola, è l’affresco della parete di sinistra con la Madonna col Bambino e Santi.
- Monastero di Santa Chiara
Alla metà del Cinquecento, su preesistenti impianti etrusco-romani e poi medievali, venne progettato da Giorgio Vasari e poi costruito nel Seicento da Luca Berrettini l’imponente monastero, ancora oggi attivo e ricco di vocazioni claustrali.
Nella chiesetta del monastero, aperta al pubblico, sull’altare di sinistra è una splendida tela con la Deposizione di Cristo, di recente attribuita alla prima produzione di Pietro Berrettini detto il Cortona (1625); sull’altare di destra è l’Immacolata Concezione di Andrea Commodi mentre nella lunetta sopra l’altare maggiore è la Madonna col Bambino e i Santi Francesco e Chiara di Lorenzo Berrettini.
- Monastero della Santissima Trinità
Di fronte alle Clarisse è l’altro importante Monastero di clausura di Cortona, quello della Trinità che dal 1545 ospita le monache benedettine cistercensi; qui esistevano già nel 1349 un oratorio, una chiesetta e uno spedale dei pellegrini della Compagnia laicale dei Disciplinati, poi della Santissima Trinità. Qui si conserva il corpo della venerabile Veronica Laparelli, cortonese. Contiguo è anche il Convento di S. Caterina, così che vicine, non solo spiritualmente ma anche fisicamente, sono le sedi dei tre ordini monastici più importanti: Clarisse francescane nel Monastero di S. Chiara, Cistercensi nel Monastero della Santissima Trinità e Canonichesse claustrali di S. Agostino nel convento di S. Caterina, distante dalla Trinità appena lo spazio di un vicolo.
La chiesetta del monastero è aperta al pubblico; sull’altare maggiore è la tela con la Santissima Trinità e Gesù Bambino della scuola di Andrea del Sarto. Alla parete destra è l’Assunta con i Santi Diego, Benedetto e Scolastica di Baccio Bonetti (1558).
- Santuario di Santa Margherita
Santuario dedicato alla Santa Patrona della Città di Cortona, l’attuale edificio è stato interamente ricostruito in stile romano-gotico tra il 1856 e il 1897 e nulla si conserva dell’impianto originario trecentesco tranne il rosone centrale della facciata principale. All’interno della Basilica, sull’altare maggiore, si conserva il corpo incorrotto della Santa Patrona di Cortona, custodito dentro una preziosa urna d’argento eseguita su disegno di Pietro Berrettini nel 1646.
Alla parete sinistra del presbiterio è il cenotafio di Gano di Fazio in marmo realizzato in stile gotico. Sull’altare di destra del presbiterio è il venerato e celeberrimo Crocifisso ligneo, opera pregevolissima della seconda metà del Duecento. Gli altari sui fianchi delle navate laterali sono del ‘600; tra le opere più interessanti in essi allogate è la tela di Francesco Vanni con Dio padre, l’Immacolata Concezione e i Santi Francesco, Domenico, Ludovico di Tolosa e la beata Margherita da Cortona del 1602; è questa la prima rappresentazione di Margherita in qualità di Beata (ricordiamo che essa verrà canonizzata solo nel 1728).
Sulla navata sinistra si apre la cappella votiva in memoria dei caduti della grande guerra, dipinta da Osvaldo Bignami nel 1917.
- Chiesa e Oratorio di San Marco
Scendendo lungo Via Santa Margherita, ecco l’entrata inferiore della chiesa di San Marco, sulla cui parete esterna risplende il mosaico di Gino Severini raffigurante San Marco patrono di Cortona.
La facciata principale su Via Maffei è del XVI sec., con portale barocco e cornice dell’occhio quattrocentesca; essa introduce alla chiesa superiore, mentre quella a valle, su Via S. Margherita, si apre sull’oratorio inferiore.
Sull’altare di destra della chiesa superiore è il San Carlo Borromeo orante per la cessazione della peste del pittore fiorentino Andrea Commodi, commissionatogli dalla Compagnia stessa per l’altare omonimo e databile al 1614; accanto all’oratorio inferiore è ora visibile un piccolo antiquarium di oggetti sacri.
Chiese extra urbane
Oltre al ricco carnet urbano, sono molti i gioielli che si trovano sparsi sul territorio, antiche sedi di pievi ed abbazie, collegiate e santuari mariani: tutte pregevoli opere dal punto di vista architettonico e ricche di capolavori.
- La Collegiata di Santa Maria Nuova
Uscendo da Porta Colonia e seguendo l’antica strada che conduceva al convento delle Celle, la chiesa di S. Maria Nuova, iniziata su disegno di Cristoforo Infregliati, detto il Cristofanello, nel 1550 e continuata su progetto di Giorgio Vasari, fu elevata a collegiata ‘insigne’ nel 1738.
La chiesa, dall’elegante sviluppo verticale, presenta tre facciate uguali; sul quarto lato si addossano la canonica e gli annessi. L’interno ha pianta quadrata perfetta cui i quattro pilastri di sostegno della cupola conferiscono l’aspetto di croce latina; l’aggiunta delle quattro piccole cappelle agli angoli conferisce movimento ad un insieme che resta armonioso. Nelle cappelle stanno capolavori seicenteschi tra cui la Nascita della Madonna di Alessandro Allori (1595), l’ Annunciazione di Jacopo Chimenti detto l’Empoli (1614) e il San Carlo Borromeo che dà la comunione agli appestati di Baccio Ciarpi (1614-15).
L’altare maggiore, opera in marmo del cortonese Mariotto Radi, custodisce l’affresco con l’immagine della Madonna col Bambino detta dell’Ellera, ritenuta miracolosa. Nel coro, sulla cappella Venuti, era esposta la tela con l’Estasi di S. Margherita del Lanfranco, oggi nelle Gallerie Palatine di Firenze e sostituita dalla tela di stesso tema di Giuseppe Maria Crespi, ora conservata al Museo Diocesano. La chiesa è parzialmente visitabile.
- Eremo francescano delle Celle
Negli immediati dintorni della città, a circa tre Km da Cortona e strappato alle pendici del monte in una gola naturale in un luogo imperdibile per la sua spiritualità e per la suggestione che trasmette, è situato l’eremo francescano delle Celle; fondato nel suo nucleo centrale proprio da San Francesco d’Assisi nel 1211, è tuttora sede dei Frati Cappuccini e meta di pellegrini e turisti.
All’interno del convento è visibile la cella di S. Francesco, minuscola stanzetta in cui alloggiò l’ammalato Francesco nel 1226.
- Il Santuario di S. Maria delle Grazie al Calcinaio
Sul versante opposto della collina rispetto alla chiesa di Santa Maria Nuova sta questa chiesa considerata una delle ‘opere perfette’ del Rinascimento. In questa località alla fine del XV secolo sorgeva una conceria di cuoio (Calcinaio appunto); a causa di eventi miracolosi provocati da un’immagine sacra della Madonna qui venerata, nel 1485 si incaricò il famoso architetto Francesco di Giorgio Martini per costruire in questo luogo un tempio in onore della Vergine: ne uscì una splendida chiesa a croce latina sormontata da una cupola ottagonale; le proporzioni e gli elementi architettonici e decorativi generano una notevole impressione di leggerezza e slancio nonostante la mole della chiesa. Il portale della facciata è del cortonese Bernardino Covatti; nella lunetta che lo sormonta è una Madonna con Santi di ignoto di scuola umbra del XVI sec. La vetrata del rosone è di Guglielmo Marcillat. La chiesa venne terminata nel 1513. L’interno, a navata unica, è assai luminoso ed armonioso; le cappelle, ricavate nello spessore delle pareti, la luminosità dell’ampia cupola, la disposizione dei cornicioni grigi, tutto esalta il senso della spazialità e dell’armonia. L’altare maggiore è anch’esso opera del Covatti e qui è custodita l’immagine miracolosa della Vergine all’origine della costruzione della chiesa stessa.
Tra le opere più pregevoli qui conservate si ricorda un gruppo di opere di Tommaso Bernabei detto il Papacello: Immacolata Concezione, Annunciazione, Adorazione dei Magi e Assunzione. A queste opere si aggiungono nella crociera di destra la Madonna e S. Elisabetta con Gesù e S. Giovannino, di Alessandro Allori, e una Madonna in trono col Bambino e i Santi Giovanni Evangelista, Tommaso di Canterbury, Rocco e Giovanni Battista di Jacone.
Dal 1985 la chiesa è stata eretta a santuario mariano, è officiata regolarmente e visitabile.
- La chiesa di San Michele Arcangelo a Metelliano
All’imbocco della Val d’Esse, in località Metelliano, si trova l’antica chiesa di San Michele Arcangelo. Posta lungo il tracciato dell’antica strada romana che congiungeva la Val d’Esse e Cortona con la Valtiberina e l’Umbria ma soprattutto sulle propaggini della via Romea germanica, la chiesa risale all’XI secolo e presenta la semplice facciata a doppio saliente tipica delle chiese romaniche con colonnette e capitellini e due strette monofore; più ricca la zona absidale, dove le tre absidi sono spartite la lesene per le quali sono stati utilizzati materiali romani di reimpiego. Molto belle sono le due porte laterali con architravi monolitici ornati a bassorilievo.
L’interno ha un impianto longitudinale spartito in tre navate concluse da absidi semicircolari. Le navate sono separate da pilastri alternati a colonnine. La copertura è a capriate con accanto un sistema di volte a botte che precede le absidi. All’interno si conservano anche numerosi frammenti di sculture, per lo più databili agli inizi del IX secolo, rinvenuti durante lavori di risistemazione nel 1905 e nel 1961.
- L’Abbazia di Farneta
A circa 15 Km. da Cortona, sorge la chiesa abbaziale benedettina di Santa Maria che, nell’aspetto che oggi si vede (di cui restano originali la parte absidale e la cripta e che la tradizione vuole elevata sopra un tempio pagano) risale al X secolo; tuttavia le numerose e imponenti trasformazioni avvenute nel tempo hanno compromesso la comprensione della pianta originaria; non è chiaro quindi se avesse un impianto basilicale o fosse a navata unica. Si sa con certezza che nel 1755-59 venne abbattuta la facciata e vennero soppressi parte degli edifici del monastero, mentre alla fine del secolo XVIII venne ridotta la navata. All’interno della chiesa spiccano il grandioso transetto risalente al X secolo e le tre absidi, le quali originariamente avevano un aspetto trilobato e la copertura a botte. Assai interessante è la cripta, per lo più ritenuta del X secolo, ma recentemente riconosciuta come citazione del modello carolingio a galleria e quindi datata all’XI secolo.
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