Storia della città
Età classica
La tradizione mitografica vuole Cortona “mamma di Troia e nonna di Roma”: l’eroe Dardano sarebbe infatti partito da Cortona per fondare Troia da cui poi, secoli dopo, sarebbe tornato Enea per fondare Roma… Al di là della verità storica, ciò testimonia l’antichità dell’insediamento umano sul colle sul quale si sarebbe poi strutturata la città etrusca di Curtun. Nel VI-V sec. a.C. Cortona è una delle importanti città della dodecapoli etrusca, ricca e prospera, amministrata da potenti famiglie aristocratiche (i cosiddetti principes) e magistrati i cui nomi sono testimoniati sia nei monumenti che nei reperti archeologici presenti sul territorio; tra tutti i grandiosi tumuli del Sodo e di Camucia, i cui corredi sono esposti al museo MAEC.
Tra IV e II sec. a.C. il territorio viene interessato da una prima fase di romanizzazione ma anche da una nuova monumentalizzazione della città: di questo periodo sono le mura della città, le tanelle (strutture funerarie autonome) e, tra i materiali, la famosa tabula cortonensis, uno dei più lunghi documenti scritti in etrusco ad oggi ritrovati.
In epoca romana Cortona diventa municipium poi colonia, mantenendo una sua autonomia. Le fonti la ricordano come Corito. Dal punto di vista urbanistico, la città si struttura intorno al cardo e al decumano maggiori (ancora oggi intuibili nell’asse viario Via Nazionale-Via Roma e Via Guelfa-Via Benedetti-Via Dardano). Assai interessante l’impianto della villa rustica di Ossaia, prestigiosa testimonianza di una residenza produttiva di età romana (I a.C.-IV sec. d.C.)
Monumenti principali: porte urbane e mura etrusche, Tumuli del Sodo e di Camucia, tanella di Pitagora, Tabula Cortonensis, mosaici della villa di Ossaia, museo MAEC, MAECparco
“Puoi aver girato l’Italia in lungo e in largo ma non avrai mai visto niente di più venerabile di Cortona. Prima che Troia nascesse, prima che Ettore ed Achille combattessero sotto le sue mura, Cortona già esisteva…”George DennisEsploratore ed etruscologo
Il Medioevo
Proprio l’autonomia municipale di età romana deve aver contribuito a far mantenere a Cortona un assetto cittadino autonomo anche durante il susseguirsi dei passaggi dei popoli barbari che hanno occupato il territorio tra V e VIII sec. e in epoca alto medievale. Già intorno al 1150 Cortona era un Comune autonomo ma è dal XIII sec. che la città acquisisce importanza crescente anche grazie ai numerosi ordini religiosi che scelgono la città per fondarvi i propri conventi e chiese: i Francescani, gli Agostiniani, i Domenicani e i Servi di Maria, per citare i più importanti. Grazie a loro la cultura si diffonde e gli interventi urbanistici si moltiplicano, trasformando la città in un luogo vitale e in crescente espansione; non a caso proprio qui prende vita quello straordinario corpus di canti processionali, il famoso Laudario di Cortona, redatto tra il XIII e il XIV secolo e conservato nel Codice 91 della Biblioteca Comunale e dell’Accademia Etrusca. Non dimentichiamo che San Francesco a Cortona fondò uno dei suoi primi conventi e che Frate Elia, suo successore, fu l’architetto della Chiesa urbana di San Francesco.
Del 1250 è il primo Statuto comunale conservato, che dimostra come la città avesse un proprio territorio, una propria zecca e leggi autonome. Sono anni i cui si susseguono guerre con molti degli stati vicini: data la sua posizione strategica, il territorio di Cortona era ambito sia dal Comune di Arezzo che da Firenze e ciò comportò una durevole e fidata ‘amicizia’ con la città di Siena. Il momento più drammatico della storia di questo periodo furono gli anni tra il 1258 e il 1261 quando la città venne occupata dai guelfi Aretini e messa a ferro e fuoco; i fuoriusciti ghibellini, aiutati da truppe senesi che nel frattempo avevano vinto nella Battaglia di Montaperti del 1260, finalmente il 25 aprile del 1261 riuscirono a riprendere la città e a scacciare gli invasori: questo evento, noto come il “romore di San Marco”, liberò Cortona e fece sì che da quel momento uno dei santi protettori di Cortona diventasse proprio San Marco Evangelista.
Lo statuto del 1325 testimonia la trasformazione di Cortona in una Signoria locale governata dalla famiglia Casali. Sei Signori si susseguono tra il 1325 e il 1409, periodo durante il quale Cortona vive una stagione di relativa pace ed intensa dal punto di vista culturale ed artistico, purtroppo costellato anche da pestilenze e carestie. Famoso è il matrimonio di Francesco Senese Casali con Antonia Salimbeni da Siena del 1397 che testimonia una volta di più la vicinanza con Siena.
L’ultimo Casali, tuttavia, Aloigi Battista, si coprì di così tante malefatte ed eccidi che i Cortonesi decisero di offrire la città al re di Napoli Ladislao, di passaggio in Valdichiana a causa della guerra col Visconti, ed egli vide bene di venderla a Firenze. Siamo nel 1409 e già nel 1411 Cortona è membro dello Stato di Firenze; avendo scelto però di sua spontanea volontà di farne parte, le furono risparmiate le distruzioni e le rovine occorse per esempio ad Arezzo e, anzi, le aristocrazie locali finirono con il trovare alleanze ed agganci con quelle fiorentine.
Monumenti principali: chiesa di San Francesco, chiesa di San Domenico, Via Iannelli, Via Rinfrena, San Cristoforo, Le Celle
L’era moderna
L’ingresso di Cortona nella sfera di influenza di Firenze significò la fine dell’indipendenza e il completo assoggettamento alla Repubblica di Firenze prima e al Granducato di Toscana poi, di cui da qui in poi seguirà le sorti fino all’unità d’Italia, ma significò anche inaugurare un periodo di pace e benessere che permise un grande sviluppo civile e culturale.
Dal punto di vista urbanistico, nel 1508 diventa Cattedrale urbana la Chiesa di Santa Maria Assunta (sostituendo così la precedente Cattedrale extra urbana di San Vincenzo) mentre nel 1556 il Granduca Cosimo I decide la risistemazione della cinta muraria e della fortezza cittadine, dando alla città il volto attuale; sul versante civile si allargano le piazze e molte abitazioni medievali vengono abbattute per creare palazzi dalle facciate che si affacciano sulle strade principali simili, a quelli fiorentini. Tra i più importanti testimoni del Rinascimento sono la chiesa di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio, creata su progetto di Francesco di Giorgio Martini, e Santa Maria Nuova alla quale contribuì anche Vasari.
Fin dal Rinascimento ma soprattutto tra Sei e Settecento vengono istituite varie Accademie culturali, tra cui si distinse l’Accademia Etrusca, ancora oggi esistente, la quale, per il suo spirito illuminista e per la sua apertura europea (soci dell’Accademia furono anche personaggi quali Voltaire!), divenne ben presto nota in tutti gli ambienti intellettuali più prestigiosi d’Italia e d’Europa. Si costruiscono in questo periodo la Chiesa di S. Filippo Neri e la chiesa di S. Benedetto.
Le ultime trasformazioni urbanistiche, quelle che hanno poi dato il definitivo e attuale aspetto alla città, avvengono nel sec. XIX: vengono realizzati il Regio Imperiale Teatro Leopoldo (l’odierno Teatro Signorelli); la passeggiata pubblica del Parterre cui si associa l’imponente lavoro di realizzazione del viale Cesare Battisti; la completa riedificazione del santuario di S. Margherita sulla sommità della collina ed infine il monumentale Cimitero della Misericordia, alle pendici della città.
Tra gli artisti straordinari che sono nati o hanno lavorato a Cortona, ricordiamo il Beato Angelico (che soggiornò nel convento di San Domenico), il quale tra il 1434 e il 1438 regalò a quella Chiesa due capolavori ora conservati nel Museo Diocesano, l’Annunciazione e il Trittico; Luca Signorelli (1523) il quale, oltre a lasciare in città opere importanti, sia affreschi che quadri e pale d’altare, vi avviò inoltre una discreta e fiorente bottega che continuò ad operare a lungo dopo la sua morte; Pietro Berrettini (1597-1669), detto Il Cortona, maestro del Barocco italiano; Gino Severini (1883-1966), pittore di punta delle avanguardie del Novecento.
Monumenti principali: Fortezza del Girifalco, Santa Maria delle Grazie al Calcinaio, Santa Maria Nuova, San Niccolò, Accademia Etrusca, Teatro Signorelli, Parterre, Cimitero monumentale, Mosaico Chiesa San Marco, Via Crucis
Opere: Beato Angelico, Luca Signorelli, Pietro Berrettini, Gino Severini
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